giovedì 26 marzo 2020

Cerere, il rapimento di Proserpina e la nascita delle stagioni. Step 4.

Cerere
Nella mitologia latina, è la dea dei campi, della terra e della fertilità. È la figlia di Saturno, una delle divinità a cui i romani erano più legati, e di Opi, dea dispensatrice del raccolto, ed è anche la madre di Proserpina, avuta con il fratello Giove.
Il suo mito è legato alla nascita delle stagioni.

Viene spesso raffigurata con in mano fasci di grano e una fiaccola, per farsi luce alla ricerca di Proserpina (come possiamo vedere dal dipinto sottostante). 



Cerere
Luca Giordano, olio su tela, 1690.


Il rapimento di Proserpina
Plutone, dio degli Inferi, è perdutamente innamorato di Proserpina, così un giorno, mentre la fanciulla raccoglie fiori sul lago di Pergusa, il dio dell’Ade la rapisce e su una biga la porta nel regno dei morti.

Lì ella diviene la sposa di Plutone e la regina degli Inferi, come è conosciuta tutt’ oggi.


Cerere, udito il grido di Proserpina, vaga per nove giorni e nove notti senza sosta alla sua ricerca, illuminata nel buio solo dal chiarore della sua fiaccola. Ricerca che si concluderà senza risultati.




Ratto di Proserpina
Rembrandt, olio su tela, 1632.


La carestia, l' inganno e la nascita delle stagioni
Il dio Sole, impietositosi alla vista della Dea, decise allora di rivelarle il crimine di Plutone e che Giove pur essendone a conoscenza lo lasciò libero di agire. 

Venuta a conoscenza della verità, la Dea abbandona l’Olimpo e vaga per il mondo. Per vendicarsi del tradimento della sua stessa famiglia decide di far estinguere la razza umana, tanto cara agli dei, così impedisce alla terra di poter germogliare. Gli uomini, quindi, cadono in carestia.


Quando gli uomini sono ormai decimati dalla fame, e la dea della fertilità non accenna a voler ridonare alla terra i suoi germogli, Giove capisce che l’unico modo per salvare la razza umana è di restituire Proserpina alla madre.


Plutone acconsente, ma non senza inganno: prima di liberare la fanciulla le fa mangiare un chicco di melograno che la legherà per sempre al regno dei morti.


Quando Cerere riabbraccia sua figlia la su gioia è talmente grande che la terra si riempe di frutti e di piante, ritornando rigogliosa in tutto il suo splendore. Ma presto la Dea scopre che la figlia è costretta a far ritorno negli Inferi ogni anno per un lungo periodo a causa del chicco ingerito. 


Così per i mesi in cui Proserpina abita l’Olimpo con la madre, Cerere permette agli alberi di fiorire e alla terra di germogliare, per poi renderla spoglia e arida tutte le volte che la figlia scende nell’Ade con il marito Plutone. 


È così che nascono le stagioni.




Riferimenti:
Montedeus.

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