sabato 25 aprile 2020

L' emergenza Coronavirus colpisce anche il settore agricolo. Step 11.

Alla fine di febbraio è arrivata in Italia l' emergenza Covid-19 che ha colpito su tutti i fronti l' economia italiana e la filiera agricola è tra questi. Il settore dell' agricoltura seppur abbia continuato  a lavorare, con molte eccezioni, ha subito gravi danni su tutti i fronti.

Il governo italiano ha risposto all' emergenza, attraverso il decreto-legge "Cura-Italia", con misure di sostegno per tutta la filiera agricola. Consultabili qui

Vi lascio infine un paio di articoli che parlano in modo approfondito della situazione e dei danni al settore.

"L' agricoltura ai tempi del covid-19";
"Danni per un miliardo al comparto florovivavistico";
"Danni del 30% al fatturato dell' agroalimentare".

venerdì 17 aprile 2020

L' aratura.

Dopo avervi parlato dell' aratro e della sua importanza in un precedente post oggi vi mostro due quadri di due artisti italiani che a modo loro ne ritraggono l' utilizzo.



L' aratura,
Giovanni Segantini,
olio su tela, 1890.



L' aratura,
Fortunato Depero,
olio su tela, 1926.


giovedì 16 aprile 2020

The Martian. Coltivare su Marte. Step 10.

Vi mostro una scena cinematografica in cui il saper coltivare riesce a far la differenza in una situazione molto complicata.

Dal film The Martian, regia di Ridley Scott, 2015.
Basato sul romanzo L' uomo di Marte di Andy Weir.

L' ingegnere Mark Watney dopo una tempesta di sabbia su Marte viene dato per disperso e abbandonato dal suo equipaggio sul pianeta. L' astronauta, rimasto senza risorse, ricorre al suo ingegno e riesce a creare una coltivazione di patate nel modulo spaziale e così a sopravvivere. 

(Scena tratta dal film)

La scena ci mostra tutti gli elementi fondamentali e indispensabili per riuscire a coltivare efficacemente una pianta. Infatti vediamo il tubero della patata venir piantato, il terreno lavorato, l' uso del terriccio (Watney usa le sue stesse feci), e l' acqua, che viene ottenuta tramite condensazione.
  

Riferimenti:

sabato 11 aprile 2020

Jean Francois Millet. Step 9.

Dopo avervi mostrato Le spigolatrici, guardiamo altri due quadri del pittore francese Millet.


Piantatori di Patate
Il verbo viene raffigurato con la sua classica 
accezione materiale. Millet, infatti,
ci racconta la semina delle patate. 
L' uomo con la zappa prepara i fori mentre 
la donna lascia cadere a terra le patate,
con la speranza che esse germoglino.

Piantatori di patate,
Jean Francois Millet,
olio su tela, 1861.


L' Angelus
In questo quadro invece, "coltivare" 
assume un valore fortemente simbolico. 
I due contadini, al suono delle campane, 
interrompono il loro duro lavoro per pregare. 
Il verbo viene inteso come coltivare 
la propria fede e la propria spiritualità. 

L' Angelus,
Jean Francois Millet,
olio su tela, 1858-1859.

venerdì 10 aprile 2020

Rivoluzione agricola: l' aratro. Step 8.

Buongiorno a tutti.

Oggi inauguro la rubrica Tecnologia in cui parlerò di come questa sia stata impiegata a supporto dell' agricoltura. Non si può iniziare una rubrica del genere senza parlare dell' aratro.

L' aratro è l' invenzione principale della Rivoluzione agricola e consentiva di dissodare il terreno per arieggiarlo e renderlo più fertile nelle zone in cui esso non era direttamente irrigato dalle piene dei fiumi.


Aratro dell' età del bronzo trovato a Desenzano del Garda.


I primi aratri erano molto semplici e consistevano in un bastone di legno verticale che fendeva il terreno. Inizialmente  veniva trainato a mano dagli uomini e in seguito dagli animali da tiro, in Mesopotamia già nel 6000 a.C. erano stati addomesticati i buoi.

Con la nascita della metallurgia venne poi realizzato il vomere in bronzo e in ferro, ovvero una lama metallica in grado di tracciare un solco più profondo e addirittura di rivoltare le zolle di terra quand'era dotato di versoio, operazione che consentiva di velocizzare non poco l'aratura. 


Elementi di un aratro:
1. Bure
2. Dispositivo di attacco
3. Dispositivo di regolazione
4. Coltro o coltello
5. Scalpello
6. Vomere
7. Versoio  

Dal Vicino Oriente l'aratro si diffuse ben presto in Europa e caratterizzò anche in seguito l'attività agricola, diventando uno strumento insostituibile fino ai tempi moderni in cui esso non è più trainato dagli animali ma da macchine a motore.


Un "aratro" a motore.


Curiosità
L' aratro è uno dei primi strumenti che contribuì a disegnare il paesaggio. Infatti le prime versioni dell' aratro (aratro a chiodo) richiedevano due passaggi incrociati per potere dissodare il terreno, di conseguenza la forma ideale del campo è quadrata. Con l' invenzione dell' aratro a vomere che non richiedeva più il passaggio incrociato i campi iniziano ad assumere forme più allungate e "squadrate".


Riferimenti:
Storia delle macchine, Vittorio Marchis.

martedì 7 aprile 2020

Dante coltivatore d' amore. Step 7.

Nel precedente post ho indagato in che modo il verbo e i suoi derivati siano apparsi nella letteratura prosaica italiana e francese. In questo invece andrò a compiere una simile ricerca nella letteratura poetica italiana.

La poesia che vi mostro è del poeta Cino da Pistoia, che usa l' espressione "d' amor coltivatrice" in riferimento a Dante e alla sua produzione come rimatore d' amore.



"Ah vero Dio, che a perdonar benegno
Sei a ciascun che col pentir si colca,
Quest’anima, bivolca
Sempre stata e d’amor coltivatrice,

Ricovera nel grembo di Beatrice.
Quale oggi mai degli amorosi dubi
Sarà a’ nostri intelletti secur passo,
Poi che caduto, ahi lasso!"
(Cino da Pistoia, poesia della raccolta Rime, XIV secolo).


Per dar maggior risalto alla lirica di Cino da Pistoia vi lascio uno dei più famosi sonetti di Dante riguardo il tema dell' amore. In questo sonetto Dante ci vuole dimostrare che solo un "cor gentil" può esprimere, e quindi coltivare, il vero amore.

"Amore e 'l cor gentil sono una cosa,
sì come il saggio in suo dittare pone,
e così esser l'un sanza l'altro osa
com'alma razional sanza ragione.

Falli natura quand'è amorosa,
Amor per sire e 'l cor per sua magione,
dentro la qual dormendo si riposa
tal volta poca e tal lunga stagione.

Bieltate appare in saggia donna pui,
che piace a li occhi sì, che dentro al core
nasce un disio de la cosa piacente;

e tanto dura talora in costui,
che fa svegliar lo spirito d'Amore,
E simil face in donna omo valente."
(Dante, Vita Nova, 1285-1289).


Altri riferimenti:

domenica 5 aprile 2020

Atena e il dono dell' ulivo.

"Un'altra pianta v'ha, cui non vide mai né la terra d'Asia, né l'isola doria di Pelope, che da sé germina, albero invitto, che sbigottisce l'aste nemiche, che in questa terra rigoglio ha sommo: del glauco ulivo la fronda, altrice dei nostri pargoli. Né alcun nemico, giovane o annoso, potrà le mani porvi, e distruggerlo. Però che l'occhio di Giove Mòrio sempre la vigila e Atena, diva dal glauco ciglio."
(Sofocle, Edipo a Colono, 401 a.C).


L' ulivo è una pianta arborea di origine antichissima, ricca di storia e di grande importanza. Basti pensare che nella Grecia antica al vincitore delle Olimpiadi veniva consegnata una corona di ulivi, la quale era simbolo di gloria, sacralità e pace.

Diodoro Siculo narra che il primo a estrarre l' olio dalle olive e a diffonderne le miracolose proprietà fu l' eroe Aristeo, su insegnamento delle Ninfe.

Ma come nasce questa pianta?

Un antichissimo mito racconta che Atena e Poseidone si sfidarono per ottenere l' influenza sull' Attica, durante il regno del primo re di Atene, Cecrope. Colui che avrebbe donato il regalo più maestoso alla popolazione ateniese avrebbe vinto.  Poseidone scagliò il suo tridente e fece nascere una fonte d' acqua sull' Acropoli. Ma Atena, invece, lanciata la propria lancia nella Terra fece nascere il primo ulivo.

A sinistra Cecrope, a destra Atena e tra loro l' ulivo.
(Cratere a figure rosse conservato al museo Schloss Fasanerie di Fulda)

Cecrope, chiamato da Zeus a giudicare, scelse Atena per la grande utilità che il suo dono aveva reso alla città, la quale ricambiò la Dea offrendo il suo nome alla città.


Riferimenti: 

venerdì 3 aprile 2020

Presenze in letteratura. Step 6.

Qualche settimana fa vi ho illustrato dove il verbo sia apparso in letteratura per la prima volta (qui).

Nel post di oggi vi mostro in che modo il verbo e i suoi derivati appaiono nella letteratura in prosa italiana e non.



Per quanto riguarda la letteratura italiana, ho deciso di inserire due passi.
Il primo è di Boccaccio e il termine viene usato come sinonimo di venerare; il secondo invece proviene da una cronaca anonima del 14° secolo, e ci narra di come per mancanza di campi coltivati, a causa di una guerra, la Giudea affrontò una carestia.

"E, questa investigazione seco diligentemente avuta, s'immaginarono quella, la quale “divinità» ovvero «deità” nominarono, con ogni cultivazione, con ogni onore e con più che umano servigio esser da venerare. E perciò ordinarono, a reverenza del nome di questa suprema potenzia, ampissime ed egregie case, le quali ancora estimarono fossero da separare così di nome, come di forma separate erano, da quelle che generalmente per gli uomini si abitavano; e le nominaro “templi”."
(Boccaccio, Trattarello in Laude di Dante, 1351/1355).

"Iente straniera per forza entraro nello reame de Iudea.

Li regali de Iudea forte resistenzia fecero. La guerra fu granne. Li campi non fuoro coitivati. La carestia era granne per la contrada. Non avevano foraggio."
(Anonimo romano, Cronica, XIV secolo).


Guardando fuori Italia, ho deciso di inserire un passo della celebre opera di Voltaire, il Candido. In quest' opera il termine coltivare assume un valore fortemente simbolico, qui infatti il filosofo francese ci spiega che per riuscire a trovare il senso della propria esistenza si deve coltivare il proprio giardino, ovvero noi stessi. 

"«So anche», disse Candido, «che bisogna coltivare il nostro giardino».«Avete ragione», rispose Pangloss; «infatti, quando l’uomo fu messo nel Paradiso Terrestre, ci fu messo ut operaretur eum, perché lo lavorasse, la qual cosa prova che l’uomo non è nato per stare in ozio»."
(Voltaire,Candido, 1759).


Riferimenti bibliografici: