martedì 31 marzo 2020

Spot pubblicitari. Step 5.


Il terreno
Riuscir a trovare un terreno adatto alla coltivazione
è sempre stato un problema fin da quando l' uomo 
iniziò questa pratica.In quest' era sono stati inventati 
i "terricci" : mix di terra, vegetali e minerali, necessari 
alla crescita e allo sviluppo della pianta.  

(Spot terriccio Vigorplant 2018)


Tecnologia agricola
Fin dall' invenzione dell' aratro nell' antichità, 
la tecnologia a supporto dell' agricoltore è 
migliorata costantemente nel tempo. 
Grazie ai trattori, oggigiorno, è possibile effettuare 
diverse operazioni in breve tempo.

(Spot linea trattori John Deere)

giovedì 26 marzo 2020

Cerere, il rapimento di Proserpina e la nascita delle stagioni. Step 4.

Cerere
Nella mitologia latina, è la dea dei campi, della terra e della fertilità. È la figlia di Saturno, una delle divinità a cui i romani erano più legati, e di Opi, dea dispensatrice del raccolto, ed è anche la madre di Proserpina, avuta con il fratello Giove.
Il suo mito è legato alla nascita delle stagioni.

Viene spesso raffigurata con in mano fasci di grano e una fiaccola, per farsi luce alla ricerca di Proserpina (come possiamo vedere dal dipinto sottostante). 



Cerere
Luca Giordano, olio su tela, 1690.


Il rapimento di Proserpina
Plutone, dio degli Inferi, è perdutamente innamorato di Proserpina, così un giorno, mentre la fanciulla raccoglie fiori sul lago di Pergusa, il dio dell’Ade la rapisce e su una biga la porta nel regno dei morti.

Lì ella diviene la sposa di Plutone e la regina degli Inferi, come è conosciuta tutt’ oggi.


Cerere, udito il grido di Proserpina, vaga per nove giorni e nove notti senza sosta alla sua ricerca, illuminata nel buio solo dal chiarore della sua fiaccola. Ricerca che si concluderà senza risultati.




Ratto di Proserpina
Rembrandt, olio su tela, 1632.


La carestia, l' inganno e la nascita delle stagioni
Il dio Sole, impietositosi alla vista della Dea, decise allora di rivelarle il crimine di Plutone e che Giove pur essendone a conoscenza lo lasciò libero di agire. 

Venuta a conoscenza della verità, la Dea abbandona l’Olimpo e vaga per il mondo. Per vendicarsi del tradimento della sua stessa famiglia decide di far estinguere la razza umana, tanto cara agli dei, così impedisce alla terra di poter germogliare. Gli uomini, quindi, cadono in carestia.


Quando gli uomini sono ormai decimati dalla fame, e la dea della fertilità non accenna a voler ridonare alla terra i suoi germogli, Giove capisce che l’unico modo per salvare la razza umana è di restituire Proserpina alla madre.


Plutone acconsente, ma non senza inganno: prima di liberare la fanciulla le fa mangiare un chicco di melograno che la legherà per sempre al regno dei morti.


Quando Cerere riabbraccia sua figlia la su gioia è talmente grande che la terra si riempe di frutti e di piante, ritornando rigogliosa in tutto il suo splendore. Ma presto la Dea scopre che la figlia è costretta a far ritorno negli Inferi ogni anno per un lungo periodo a causa del chicco ingerito. 


Così per i mesi in cui Proserpina abita l’Olimpo con la madre, Cerere permette agli alberi di fiorire e alla terra di germogliare, per poi renderla spoglia e arida tutte le volte che la figlia scende nell’Ade con il marito Plutone. 


È così che nascono le stagioni.




Riferimenti:
Montedeus.

martedì 24 marzo 2020

Il forte legame tra coltivare e cultura. Colere. Step 2.

Coltivare deriva dal verbo latino colere, con il quale condivide lo stesso significato, da questo termine latino provengono anche termini come cultura e agricoltura, ovvero la coltivazione dei campi.

Il verbo colere, con l’abbandono della vita nomade e l’affermarsi dell’agricoltura stanziale, da coltivare un territorio prese anche il significato di abitare, cioè vivere stabilmente in un determinato luogo.

La coltivazione di un campo esigeva cure continue e meticolose, per cui in una società di agricoltori come quella della Roma antica, l’uso del verbo colere venne esteso a tutte le situazioni che richiedevano un’assidua cura.

Stessa sorte per il sostantivo cultus, tratto dal participio passato del verbo, che, venne a indicare non solo il coltivare o il far crescere, ma anche il prendersi cura di qualcosa,  tanto il servizio religioso verso gli dei, quello cioè che tuttora chiamiamo culto, quanto la coltivazione degli esseri umani, in particolare dei giovani, cioè la loro educazione.

Da quest’ultima accezione proviene, infatti, il valore di cultura nel suo senso moderno: il bagaglio di conoscenze, tradizioni e saperi che ogni popolo considera fondamentali, e in quanto tali meritevoli di essere trasmessi alle generazioni successive.

Quindi possiamo dire che la parola coltivare nasce nello stesso momento della parola cultura, entrambe unite nella parola colere, quando l' uomo decide di fermarsi, da nomade diventa sedentario, inizia a fondare i primi villaggi e inizia ad abbandonare parzialmente la caccia per iniziare a coltivare i campi. L' uomo rimanendo fermo inizia così ad "acculturarsi",  promulga leggi e inventa la scrittura.

Questo processo prende il nome di Rivoluzione agricola.


Riferimenti:
educational.rai.it.

lunedì 23 marzo 2020

Prime apparizioni in Europa. Step 1 bis parte 2.


La sua prima apparizione nella lingua italiana viene attribuita ad una canzone di Don Enrico di Castiglia, scritta intorno al 1267-68 e raccolta in un' opera di Francesco Trucchi (vedi in figura ). Citandola:

"non prender parte se puoi aver tutto:
e membriti com' face male frutto
chi mal coltiva terra c' ae a sua mano.".

Incipit canzone di Enrico di Castiglia 1267-1268;
(Poesie italiane inedite di dugento autori, 1846,
opera di Francesco Trucchi). 

Il termine inizia così a divenire di uso comune alla fine del 1200, tant' è che viene impiegato da Dante nel Convivio:


"beati quelli che tal sementa
coltivano come si conviene!"
(Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 21).


Per quanto riguarda il francese, sappiamo che nasce come"coutiver" nel francese antico durante il 12 secolo. Anche questo termine derivava dal latino e aveva già, oltre il classico significato letterale, un accezione spirituale come "vénérer une divinité". Dobbiamo arrivare intorno alla seconda metà del 1700, per vedere il termine "cultiver", tutt' oggi utilizzato.


Uno dei primi scrittori ad utilizzarlo è Voltaire, che ne fa uso in un suo celebre passo del Candide, un' opera filosofica, in cui egli ci attraverso il personaggio di Candido ci dice di coltivare il nostro giardino, metafora di noi stessi.

Volendo citare il passo:

"Cela eft bien dit, rèpondit Candide
mais il faut cultiver notre giardin"
(Voltaire, epilogo del Candide1755).


Ritratto di Voltaire.


Altro scrittore altrettanto famoso è Honoré de Balzac, anche lui è uno dei primi ad usarlo nelle sue opere (seppur con quasi un secolo di distanza):


"Quelques paludiers, nom donné à
ceux qui cultivent le sel"
(Balzac, Un Drame au bord de la mer1835).


Copertina di
Un drame au bord de la mer
Honoré de balzac


Riferimenti bibliografici:
Dictionnaire Historique de la langue française, 2011, Alan rey.

Alcune traduzioni europee e relative etimologie. Step 1 bis parte 1.


Nel post precedente vi ho parlato, da un punto di vista "accademico" dei significati che il verbo coltivare può assumere, per quanto riguarda la lingua italiana. In questo post invece estenderemo il nostro campo di indagine al resto del mondo, cercando quali traduzioni ne condividono l ' etimologia e soffermandoci su quali invece non la condividono.

In inglese il verbo si esprime con "to cultivate", il quale ha la stessa origine del termine italiano, oppure con "to grow" che invece deriva da un termine norreno "Gróa" e venne utilizzato per la prima volta intorno al 12° secolo. Nella mitologia norrena Gróa era una strega esperta nella divinazione e negli oracoli, che veniva solitamente consultato dagli dei, ai quali predisse più volte il futuro. Gróa viene citata in tre diverse opere norrene: "l' Edda" sia nella versione poetica che nella versione in prosa (sono due opere diverse che hanno titolo comune) ed infine nel "Gesta Danorum".

"Svegliati Gróa, svegliati madre".
Illustrazione di John Bauer.
In tedesco può venir tradotto in diversi termini, i più interessanti sono "anbauen" e "bebauen". Questi due termini sono entrambi unione tra un prefisso an/be + bauen. Se i due prefissi etimologicamente risalgono agli inizi della lingua germanica, più interessante è l' origine di "bauen". Questo termine infatti deriva da secoli e secoli di interazioni tra popoli, la sua prima apparizione si ha nella lingua proto indo-europea come "bʰuH" ed è uno dei termini più antichi che venivano usati per dire "coltivare". Questo termine poi con il passare dei secoli ha attraversato popoli ed ha subito una contaminazione letteraria che ha portato al termine tedesco odierno.


Per il resto della maggior parte delle lingue europee, il relativo termine condivide l' origine con il verbo italiano (quindi dal latino "cultus"):

In spagnolo e in portoghese viene tradotto ugualmente, come "cultivar";
In olandese invece è utilizzato il termine "cultiveren";
Ed ancora, in francese si utilizza "cultiver".

Può risultare interessante anche conoscere quando
questi termini compaiono ufficialmente la prima volta nelle rispettive letterature.
Per quanto riguarda l' italiano ed il francese ve ne parlo qui.


Altri riferimenti:
Traduzione ed etimologia tedesca.

giovedì 19 marzo 2020

"Coltivare": significati ed etimologia del termine. Step 1.


Significati
Il termine "coltivare" viene definito nel vocabolario Treccani della lingua italiana, nell' accezione letterale, come il curare una pianta o ,più in generale, un terreno.

Questo termine si riferisce a tutti gli aspetti relativi al ciclo della pianta, dalla concimazione fino al raccoglimento del frutto, compresi tutti i mezzi,i metodi e i soggetti coinvolti nel processo. Da ciò derivano altri termini come "coltivatore", "coltura", "coltivazione" o "coltivabile".

Il termine assume anche accezioni figurative, come dedicarsi ad un' attività, professionale o d' hobby, oppure a rapporti d' amicizia, sentimentali o anche spirituali.

Il coltivare, nella sua accezione materiale, non ha solo uno scopo produttivo ma coltivare una pianta può anche avere finalità di carattere estetico, artistico o semplicemente ornamentale.


Etimologia

Il termine deriva dal latino "cultivus", aggettivo derivato dal verbo "colere", il quale oltre al significato materiale di "coltivare" già assumeva significati morali e spirituali, che si sono conservati nel termine italiano. 


Riferimenti bibliografici:
Significato.

mercoledì 18 marzo 2020

Presentazione


Ciao e benvenuto su questo blog.

Chi c' è dietro questo blog?
Io sono Antonio Consalvo, un ragazzo di 20 anni, attualmente studente di Ingegneria Aerospaziale presso il Politecnico di Torino.

Cosa è Coltivare ?
Coltivare è un blog che nasce grazie ad un progetto relativo al corso di Storia della Tecnologia, tenuto dal professor Vittorio Marchis (qui il suo blog).
L' obiettivo è quello di ricreare la storia del termine "coltivare", da come è nato e come si è evoluto fino ai giorni nostri e quindi come attualmente viene utilizzato.
Non andrò solamente a fare un indagine di tipo storico-etimologico ma tratterò anche delle altre sfaccettature che il termine può assumere, ma difficilmente troverete consigli pratici su come coltivare il vostro giardino.