venerdì 3 aprile 2020

Presenze in letteratura. Step 6.

Qualche settimana fa vi ho illustrato dove il verbo sia apparso in letteratura per la prima volta (qui).

Nel post di oggi vi mostro in che modo il verbo e i suoi derivati appaiono nella letteratura in prosa italiana e non.



Per quanto riguarda la letteratura italiana, ho deciso di inserire due passi.
Il primo è di Boccaccio e il termine viene usato come sinonimo di venerare; il secondo invece proviene da una cronaca anonima del 14° secolo, e ci narra di come per mancanza di campi coltivati, a causa di una guerra, la Giudea affrontò una carestia.

"E, questa investigazione seco diligentemente avuta, s'immaginarono quella, la quale “divinità» ovvero «deità” nominarono, con ogni cultivazione, con ogni onore e con più che umano servigio esser da venerare. E perciò ordinarono, a reverenza del nome di questa suprema potenzia, ampissime ed egregie case, le quali ancora estimarono fossero da separare così di nome, come di forma separate erano, da quelle che generalmente per gli uomini si abitavano; e le nominaro “templi”."
(Boccaccio, Trattarello in Laude di Dante, 1351/1355).

"Iente straniera per forza entraro nello reame de Iudea.

Li regali de Iudea forte resistenzia fecero. La guerra fu granne. Li campi non fuoro coitivati. La carestia era granne per la contrada. Non avevano foraggio."
(Anonimo romano, Cronica, XIV secolo).


Guardando fuori Italia, ho deciso di inserire un passo della celebre opera di Voltaire, il Candido. In quest' opera il termine coltivare assume un valore fortemente simbolico, qui infatti il filosofo francese ci spiega che per riuscire a trovare il senso della propria esistenza si deve coltivare il proprio giardino, ovvero noi stessi. 

"«So anche», disse Candido, «che bisogna coltivare il nostro giardino».«Avete ragione», rispose Pangloss; «infatti, quando l’uomo fu messo nel Paradiso Terrestre, ci fu messo ut operaretur eum, perché lo lavorasse, la qual cosa prova che l’uomo non è nato per stare in ozio»."
(Voltaire,Candido, 1759).


Riferimenti bibliografici:




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