La
sua prima apparizione nella lingua
italiana viene
attribuita ad una canzone di Don Enrico di Castiglia, scritta intorno
al 1267-68 e raccolta in un' opera di Francesco Trucchi (vedi in
figura ). Citandola:
"non
prender parte se puoi aver tutto:
e
membriti com' face male frutto
chi
mal coltiva terra c' ae a sua mano.".
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Incipit
canzone di Enrico di Castiglia 1267-1268;
(Poesie italiane
inedite di dugento autori, 1846,
opera di Francesco Trucchi). |
Il
termine inizia così a divenire di uso comune alla fine del 1200,
tant' è che viene impiegato da Dante nel Convivio:
"beati
quelli che tal sementa
coltivano come si conviene!"
(Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 21).
coltivano come si conviene!"
(Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 21).
Per quanto riguarda il francese, sappiamo che nasce come"coutiver" nel francese antico durante il 12 secolo. Anche questo termine derivava dal latino e aveva già, oltre il classico significato letterale, un accezione spirituale come "vénérer une divinité". Dobbiamo arrivare intorno alla seconda metà del 1700, per vedere il termine "cultiver", tutt' oggi utilizzato.
Uno
dei primi scrittori ad utilizzarlo è Voltaire, che ne fa uso in un
suo celebre passo del Candide, un' opera filosofica, in
cui egli ci attraverso il personaggio di Candido ci dice di coltivare
il nostro giardino, metafora di noi stessi.
Volendo
citare il passo:
"Cela eft bien dit, rèpondit Candide
(Voltaire,
epilogo del Candide, 1755).
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Ritratto di Voltaire. |
Altro
scrittore altrettanto famoso è Honoré de Balzac, anche lui è uno
dei primi ad usarlo nelle sue opere (seppur con quasi un secolo di
distanza):
"Quelques
paludiers, nom donné à
ceux
qui cultivent le sel"
(Balzac,
Un
Drame au bord de la mer, 1835).
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Copertina
di
Un
drame au bord de la mer
Honoré
de balzac
|
Riferimenti
bibliografici:
Dictionnaire
Historique de la langue française, 2011, Alan rey.
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