lunedì 23 marzo 2020

Prime apparizioni in Europa. Step 1 bis parte 2.


La sua prima apparizione nella lingua italiana viene attribuita ad una canzone di Don Enrico di Castiglia, scritta intorno al 1267-68 e raccolta in un' opera di Francesco Trucchi (vedi in figura ). Citandola:

"non prender parte se puoi aver tutto:
e membriti com' face male frutto
chi mal coltiva terra c' ae a sua mano.".

Incipit canzone di Enrico di Castiglia 1267-1268;
(Poesie italiane inedite di dugento autori, 1846,
opera di Francesco Trucchi). 

Il termine inizia così a divenire di uso comune alla fine del 1200, tant' è che viene impiegato da Dante nel Convivio:


"beati quelli che tal sementa
coltivano come si conviene!"
(Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 21).


Per quanto riguarda il francese, sappiamo che nasce come"coutiver" nel francese antico durante il 12 secolo. Anche questo termine derivava dal latino e aveva già, oltre il classico significato letterale, un accezione spirituale come "vénérer une divinité". Dobbiamo arrivare intorno alla seconda metà del 1700, per vedere il termine "cultiver", tutt' oggi utilizzato.


Uno dei primi scrittori ad utilizzarlo è Voltaire, che ne fa uso in un suo celebre passo del Candide, un' opera filosofica, in cui egli ci attraverso il personaggio di Candido ci dice di coltivare il nostro giardino, metafora di noi stessi.

Volendo citare il passo:

"Cela eft bien dit, rèpondit Candide
mais il faut cultiver notre giardin"
(Voltaire, epilogo del Candide1755).


Ritratto di Voltaire.


Altro scrittore altrettanto famoso è Honoré de Balzac, anche lui è uno dei primi ad usarlo nelle sue opere (seppur con quasi un secolo di distanza):


"Quelques paludiers, nom donné à
ceux qui cultivent le sel"
(Balzac, Un Drame au bord de la mer1835).


Copertina di
Un drame au bord de la mer
Honoré de balzac


Riferimenti bibliografici:
Dictionnaire Historique de la langue française, 2011, Alan rey.

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