martedì 7 aprile 2020

Dante coltivatore d' amore. Step 7.

Nel precedente post ho indagato in che modo il verbo e i suoi derivati siano apparsi nella letteratura prosaica italiana e francese. In questo invece andrò a compiere una simile ricerca nella letteratura poetica italiana.

La poesia che vi mostro è del poeta Cino da Pistoia, che usa l' espressione "d' amor coltivatrice" in riferimento a Dante e alla sua produzione come rimatore d' amore.



"Ah vero Dio, che a perdonar benegno
Sei a ciascun che col pentir si colca,
Quest’anima, bivolca
Sempre stata e d’amor coltivatrice,

Ricovera nel grembo di Beatrice.
Quale oggi mai degli amorosi dubi
Sarà a’ nostri intelletti secur passo,
Poi che caduto, ahi lasso!"
(Cino da Pistoia, poesia della raccolta Rime, XIV secolo).


Per dar maggior risalto alla lirica di Cino da Pistoia vi lascio uno dei più famosi sonetti di Dante riguardo il tema dell' amore. In questo sonetto Dante ci vuole dimostrare che solo un "cor gentil" può esprimere, e quindi coltivare, il vero amore.

"Amore e 'l cor gentil sono una cosa,
sì come il saggio in suo dittare pone,
e così esser l'un sanza l'altro osa
com'alma razional sanza ragione.

Falli natura quand'è amorosa,
Amor per sire e 'l cor per sua magione,
dentro la qual dormendo si riposa
tal volta poca e tal lunga stagione.

Bieltate appare in saggia donna pui,
che piace a li occhi sì, che dentro al core
nasce un disio de la cosa piacente;

e tanto dura talora in costui,
che fa svegliar lo spirito d'Amore,
E simil face in donna omo valente."
(Dante, Vita Nova, 1285-1289).


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